Nei tempi antichi l’arnica era considerata una pianta magica, legata al Sole. Secondo leggende nordiche era in grado di scacciare demoni e mostri.
Le proprietà di questa versatile pianta sono note fin dai tempi di Ildegarda di Bingen. La religiosa, esperta di piante medicinali, consigliava di tenerla vicino quando si va a dormire. La sola presenza, infatti, è in grado di donare alla persona un sonno tranquillo e senza incubi.
Eppure le prime descrizioni delle proprietà medicamentose dell’arnica nei ricettari e nei testi di medicina risalgono solo al XV secolo. Ciò probabilmente era dovuto al fatto che cresce in alta montagna e non è facile da trovare. Ma anche al fatto che la pianta e le radici hanno proprietà starnutatorie.
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Fin dal passato l’arnica era nota come Panacea lapsorum, ovvero “toccasana dei caduti”. Uno degli usi più diffusi che ne veniva fatto era ed è tuttora legato a incidenti ed eventi traumatici. In questi casi un uso tempestivo di un unguento, un oleolito o una crema all’arnica spalmata sulla zona lesa, permette di prevenire e curare in fretta contusioni e lussazioni.
La pianta ha infatti proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antisettiche. Queste permettono di ridurre il dolore, dovuto al trauma, in poco tempo. Allo stesso tempo permette il riassorbimento di lividi, ematomi ed edemi.
È il rimedio per eccellenza degli sportivi, che possono usarla più volte al giorno, in caso di traumi durante gli allenamenti. Un massaggio prima dell’attività sportiva a base di arnica aiuta a riscaldare i muscoli e a prevenire gli strappi. Usato dopo l’allenamento è invece utile per evitare le contratture.
È bene però non applicare l’arnica sulle ferite aperte o sulle piaghe da decubito. Può infatti avere un effetto irritante. L’uso prolungato può provocare eruzioni cutanee, vesciche e ulcere. Non va mai presa per uso interno, se non sotto stretto controllo medico