Memoria:come funziona e come migliorarla

 

La memoria è la capacità del cervello di conservare informazioni, ovvero quella funzione psichica o mentale volta all’assimilazione, alla ritenzione e al richiamo, sotto forma di ricordo, di informazioni apprese durante l’esperienza o per via sensoriale. La memoria può essere trattata, in maniera complementare, studiando i processi neurofisiologici associati presenti nel cervello e quelli psicologici, cioè dal punto di vista soggettivo intrapersonale.

La memoria è presente, a vari livelli, in tutti gli esseri animali; la sua importanza primaria sta nel fatto che non esiste alcun tipo di azione o condotta senza memoria (ad esempio nella condotta sociale, oppure nei fenomeni di rinforzo nell’apprendimento animale). Si può considerare inoltre la memoria come una delle basi che rendono possibile la conoscenza umana e animale, proprio in virtù della capacità di apprendimento, assieme ad altre funzioni mentali quali elaborazione, ragionamento, intuizione, coscienza.

 

I processi mnemonici fondamentali sono di tre tipi:

  • Acquisizione e codificazione: ricezione dello stimolo e traduzione in rappresentazione interna stabile e registrabile in memoria. Lavoro di categorizzazione ed etichettatura legato agli schemi e alle categorie preesistenti.
  • Ritenzione ed immagazzinamento: stabilizzazione dell’informazione in memoria e ritenzione dell’informazione stessa per un determinato lasso di tempo.
  • Recupero: riemersione a livello della consapevolezza dell’informazione precedentemente archiviata, mediante “richiamo” (recupero mnestico diretto, senza stimoli di facilitazione) o “riconoscimento” (procedura cognitivamente più semplice, in cui il recupero è mediato da uno stimolo associativo, per cui è sufficiente riconoscere l’elemento precedentemente codificato, presente all’interno di una serie di stimoli proposti).

Si possono classificare i tipi di memoria in base ad almeno due criteri:

  • La persistenza del ricordo.
  • Il tipo di informazioni memorizzate.

Dal punto di vista psicologico la memoria, detta anche funzione mnestica, non risulta necessariamente stabile a parità di contenuti o classi di stimoli ed è influenzata da elementi affettivi (come emozione e motivazione), oltre che da elementi riguardanti il tipo di informazione da ricordare. Questa funzione psichica si delinea dunque come un processo legato a molti fattori, sia cognitivi che emotivi, e come un processo eminentemente attivo (e quindi non, o almeno non solo, un processo automatico o incidentale). Il processo mnestico si configura dunque come un percorso dinamico di ricostruzione e connessione di rappresentazioni, piuttosto che come un semplice “immagazzinamento” di dati in uno spazio mentale statico.

 

 

 

A tutti noi capita di avere un vuoto di memoria. Durante qualsiasi conversazione tra adulti, prima o poi qualcuno ammette l’incapacità di ricordare un nome. Questo evento viene comunemente chiamato episodio di “senior moment” o un “CRAFT” non ricordarsi una dannata cosa. Dopo pochi minuti però, quando si parla d’altro e non ci si pensa più, all’improvviso la parola dimenticata ci torna in mente. Succede a tutti, indipendentemente dalla nostra istruzione o da quanto ci alleniamo a tenere la memoria viva e agile. E non è una questione di età.

 

Io ho sempre avuto una “s-memoria”, più che una memoria, fin dai tempi in cui ero studente; sono bravo con nomi e fenomeni medici, ma al di fuori del mio lavoro? Nei rapporti sociali non sono capace di abbinare un nome a un viso. Ho sempre fatto confusione, con grande imbarazzo di mia moglie. Perché succede? Solo di recente abbiamo cominciato a capire il nostro cervello, come esso forma, mantiene e usa le nostre riserve della memoria e come possiamo perderle.

 

 


È questo l’argomento di cui parla il libro.

La maggior parte del libro è dedicata a come migliorare la memoria. All’inizio sarà faticoso come quando si comincia per la prima volta a fare un corso di ginnastica. Il lato positivo è che più si va avanti e più diventerà facile, e siccome è possibile farlo tutti i giorni comodamente seduti sulla poltrona, non richiede un grande sforzo fisico. Ma lo sforzo mentale è un must. Se non si usa il cervello, si hanno molte più probabilità di perdere la memoria. Non è una coincidenza che più si è istruiti e più facilmente ci si difende dalla perdita di memoria e dalla demenza, e più a lungo si vivrà. Allora, tenere attivo il cervello deve essere la priorità. Come farlo è spiegato in questo libro.

Tom Smith

 

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